Il complesso Villa fattoria di Gramugnana, si inserisce ed è il centro di maggiore attrattiva di un antico borgo, da cui ne trae il nome. L'aggregato architettonico, le cui origini risalgono al XII secolo, nato dalla nobiltà di estrazione ecclesiastica, è frutto di stratificazioni che si sono succedute nel tempo; solo intorno alla fine del 1700, ad opera della famiglia Scotto, su volontà di Domenico Scotto d'Apollonia popolare mercante e banchiere operante tra le province di Livorno e Pisa, si giunge alla defmitiva trasformazione della fattoria, così come ci appare oggi; da allora la villa ha assunto la funzione di residenza signorile del proprietario mentre i restanti nuclei edilizi circostanti la funzione di alloggi della servitù e laboratori per la trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli tipici della zona, come vino e olio; fino alla seconda metà dello scorso secolo all'interno della fattoria viveva ancora un frantoio per la frangitura delle olive ed una suggestiva cantina scavata nel tufo, attività queste che sottolineano la tipicità del complesso.
 
Dall'iniziativa di Giorgio Bernasconi nasce l'idea di recuperare la villa e tutto l'aggregato immobiliare mirando al mantenimento delle linee architettoniche originali dell'antica villa nel borgo. Entrando all'interno del complesso si nota da subito il recupero dei pregi architettonici tipici
dei borghi comunali toscani, improntato sul mantenimento delle linee signorili, di fatto l'intero aggregato sembra un unica villa, con l'imponente cancellata d'ingresso, e viali immersi nei verdi giardini.